MOSTRA EVENTO: il passato incontra il presente.

 

Questa esposizione è da  non mancare, venite quindi a scoprire Franck Doat, un funambulo, artista elegante e sensibile che gioca con le sovrapposizioni e le trasparenze per creare delle immagini sorprendenti.

 Una miscela di passato e presente.

Un lavoro in Nero e Bianco che "veste" cosi bene la Darkroom Galerie e che permette al lettore d’immagine di osservare ogni fotografia e di lasciare scorrere la propria immaginazione.

 

 

« Autrement », Fotografie Franck Doat

 2 Dicembre 2014 – 31 Gennaio 2015

 

Qualche parola dell’artista…

Inizialmente dipinsi, poi come certi artisti, mi sono orientato verso altri mezzi come la fotografia e mi sono reso conto d’avere una reale passione (probabilmente grazie alle mie origini, quelle del mio bis-nonno fotografo avvertito).

Oramai sono quattro anni che mi consacro interamente a quest’arte.

La mia prima realizzazione (Statue) è stata creata per una esposizione « Eco art parade svolta nel Principato di Monaco per la tutela dell’Aquila di Bonelli a cura della fondazione del Principe sovrano Albert II nel 2009. Quest’opera è ancora oggi di proprietà della SBM ed è esposta nella galleria dello Sporting d’Inverno di Monte-Carlo.

Sono un artista autodidatta e desidero rimanerlo perché non voglio obbedire a regole.

Quello che voglio fare risaltare, prima di tutto, è questo lato artistico e creativo che è in me e la fotografia è un mezzo ideale che offre tutte le possibilità che io ricerco.

Certe persone non mi considerano come un vero fotografo poiché io non immortalo “l’istante” anche se a volte mi succede. Ciò che m’interessa in quest’arte è che mi da materia alla mia creatività, alla mia immaginazione. Sono prima di tutto un artista e voglio rimanerlo e giustamente, posso permettermi di fare degli errori e lo assumo totalmente.

A mio parere non ho un reale approccio fotografico ma è soprattutto un’iniziativa artistica e creativa. Ho difficoltà a parlare del mio lavoro e preferisco che sia il visitatore a dare la propria impressione.

Quello che esprimo attraverso la fotografia, è possibile che lo spettatore veda altre cose. Amo soprattutto quando il visitatore passa davanti la mia fotografia e che sia quasi come indifferente ad essa dicendo “ah è ancora un’immagine di…” ma che all’improvviso ad un tratto dopo la sua prima osservazione, veda altre cose e quello lo interpella.

E’ vero che se la si guarda da vicino, si ritrova la perspettiva, lo chiaro-scuro e altro che costituisce una composizione.

Ho intitolato il mio lavoro fotografico “Autrement” o “Surrealist World”. Nel corso dei miei viaggi, ho realizzato diversi cliché (per esempio in Libano, ho realizzato all’incirca 3000 fotografie). E’ vero che questo paese mi ha molto ispirato e si ritrova molto spesso nelle mie fotografie.

Ottengo cosi un database importante che classifico per tema e genere… in seguito viene il mio lavoro d’associazione delle immagini.

Inizialmente feci la distorsione delle immagini. Questa tecnica si avvicina alle mie pitture. Tuttora, ho un’altra sorgente d’ispirazione nella quale associo degli elementi che provengono dalla natura, dall’architettura e dal mondo urbano.

Amo i contrasti, le opposizioni. E’ vero che posso e voglio dimostrare la realtà della nostra epoca con il mondo dei ricchi e quello dei poveri.

In questo modo nelle mie fotografie, ho associato l’Empire State Building a New York e l’immagine di un quartiere povero di Beyrouth. Mi piace realizzare questi antagonismi. Alcune delle mie immagini sono molto spirituali, altre hanno più soggetti naturali o urbani, altre surrealiste. Amo tutto ciò che riguarda i luoghi, i paesaggi, l’ambiente e il patrimonio culturale delle città.

E’ un lavoro d’osservazione e di creazione. M’ispiro poco dell’attualità e degli avvenimenti che colpiscono il mondo, ma è vero che senza volerlo e saperlo, i temi più ricorrenti nelle mie fotografie sono sul tema della protezione ambientale, la tutela del nostro patrimonio culturale attraverso un altro sguardo, la difesa dei valori umani e la lotta contro la disuguaglianza.

 

Franck Doat, artista fotografo, nacque a Mont de Marsan nella regione delle Landes (Francia) nel 1972. La sua arte è stimata da dieci anni tra Monaco e Nizza. Artista della Costa Azzurra promettente e molto apprezzato da numerosi appassionati d’arte, è stato notato in diverse esposizioni a Parigi, Milano, Mérida (Messico) e a Monaco. Ha partecipato specialmente nel 2009 all’esposizione «Eco Art Parade» svoltasi nel Principato di Monaco. E’ ugualmente l’autore dell’«Aquila» esposta al primo piano dello Sporting d’Hiver a Monte-Carlo.

Grazie alle sue incorniciature sobrie e classiche, le fotografie surrealiste di Franck Doat sono messe in valore; realizzate in bianco e nero, alcune con un po’ di colore, attraverso questa serie «Villes autrement » l’artista propone di fermare lo sguardo sulla vita e la città. Ispirandosi delle facciate dei palazzi, monumenti, edifici e dell’arredamento urbano di Monaco, Parigi e Beyrouth ecc… Franck Doat reinventa l’architettura urbana.

Il suo approccio artistico inizia con la scelta delle immagini. Cosi come a Beyrouth, dopo aver realizzato tremila cliché in quattro giorni, solamente ventitré opere vedranno la luce, limpide e definitive. Nella fase intermedia, l’artista declina le sue fotografie, gioca con le distorsioni, il bagliore, la sovrapposizione, la moltiplicazione, l’espansione e l’assemblaggio. Il risultato fa pensare al riflesso nell’acqua, oppure alle curve femminili che hanno fatto l’oggetto delle sue prime opere realizzate con uno stile astratto e figurativo.

Il suo talento fu rilevato, sei anni fa, da un amico, che lo incoraggia e assiste tutt’oggi in tutti i campi. Autodidatta, Franck Doat è allo stesso tempo pittore, scultore e fotografo. “Evito le cose comuni, in questo modo sono libero di sbagliarmi, di esplorare delle nuove materie con il mio cuore”. Da Sony Ith


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