"AVVISO ai VIAGGIATORI"
"Dalla scuola il « Sapere » c’è inculcato, la conoscenza cosi limitata delle Enciclopedie c’è imposta.
Da un’istituzione ad un’altra impariamo a riprodurre degli schemi. Siamo diventati dei campioni della concettualizzazione e dell’intellettualizzazione dei fenomeni… a tal punto che abbiamo dimenticato l’umiltà, la compassione autentica, il buon senso, il discernimento, la critica costruttiva e premurosa, il vero rispetto delle differenze.
La nostra vita è ogni giorno arricchita d’un confort materiale sempre più sofisticato, che i più ricchi degli uomini, cento anni fa, non avrebbero potuto immaginare.
Malgrado cio’ viviamo con una insoddisfazione permanente. Siamo talmente assorbiti da questa conquista materialista e identitaria che dimentichiamo di coltivare il nostro spirito e il nostro cuore. Possediamo sempre più mezzi di comunicazione, ma sappiamo sempre meno comunicare con rispetto e riguardo sincero.
Partiamo dal principio che il nostro modo di vedere il mondo e gli altri è giusto, il nostro modo di fare il più appropriato, il nostro modo di vivere la migliore. In una tale realtà, rimane un po’ di spazio per una rimessa in questione quotidiana, per imparare a osservare il mondo da angoli nuovi avendo il coraggio di veramente lasciare le nostre credenze, i nostri concetti e le nostre idee sul bordo del nostro cammino?
Occupiamo parecchio tempo ad occupare il nostro spirito, a divertirlo e distrarlo in continuazione… “Non abbiamo più il tempo!” Siamo nell’era dei fast-food e questo modo di alimentarsi senza coscienza che si impone non solamente al nostro corpo, ma anche al nostro spirito. Degli spiriti con mancanza di “vitamina S” (vitamina di Saggezza) e in carenza di spiritualità, di relax veritabile e di evasione.
Noi ci vediamo come civilizzati perché circondati di tecnologie sofisticate e continuiamo ad immaginare le tradizioni e i popoli del passato come primitivi semplicemente perché non possiedono tutto il nostro “confort materiale”.
Solamente guardando più da vicino, la differenza maggiore tra tutte queste tradizioni cosi dette primitive e noi, è che utilizzano gli oggetti e amano la gente. Tutt’oggi siamo ridotti a utilizzare la gente e quasi venerare gli oggetti.
“Civilizzati” e “Liberi”, siamo noi cosi tanto da crederci?
DOWNsideUP è anche un omaggio a una giovane donna straordinaria partita un po’ presto, ma con la quale ho avuto l’immensa fortuna di trascorrere sei meravigliosi anni della mia vita… Mentre eravamo in vacanza in Canada nel giugno 2008, Mylène si è affogata in un lago in seguito ad una crisi di epilessia. Mylène aveva imparato molto giovane che se desiderava vivere “normalmente” e realizzare i suoi sogni, era meglio per lei nascondere questa differenza. A 25 anni, Mylène aveva deciso che non aveva l’epilessia. Dopo questo incidente, ho iniziato a voler “far rumore” e parlare di questo malfunzionamento neuronale che tocca più del 10% della popolazione mondiale… ma cosi sconosciuto. Questo orientamento è durato qualche anno fino al momento in cui ho capito che il problema non è di avere l’epilessia ma di essere diverso… e questo “handicap” non è più riferito solamente al 10% della popolazione mondiale, ma al 100%.
I rimedi a questa malattia sono numerosi, ma non disponibili in farmacia in pastiglie, capsule o altri prodotti miracolosi che ci fanno inghiottire in permanenza e che abbondano nel mondo di oggi.
Questi rimedi si chiamano: tolleranza, compassione autentica (e non pietà), studio ed analisi dei fenomeni, superare i nostri preconcetti e segreti, pazienza, generosità, rispetto, comprensione al funzionamento, comportamento etico…
La lista è lunga… solamente il procedimento di evoluzione non può essere attivato se prima non s’incomincia ad applicare tutto ciò a se stessi.
La nostra identità è tutta relativa. Se si osserva con onestà la disperazione subita quando la vita ritira un elemento che il “Mio” considera come il “suo”, è più facile vedere questa realtà.
Come rispettare e amare l’altro allora che sappiamo a malapena chi siamo veramente?
Bisogna dire che viviamo in una realtà focalizzata sulle apparenze… difficile in questo caso accordare molta importanza ad un mondo inferiore eppure sia vasto e ricco…
All’inizio di questa avventura, non sono ne acrobata, ne fotografo… e pertanto dopo la morte di Mylène, una “scelta” si è imposta.
La scelta di aprirmi e accogliere una grande sofferenza imprevista, il tutto utilizzando le carte che avevo in mano in quel periodo per continuare il mio cammino, di crescita e “ritrovare l’equilibrio”.
E’ su questo cammino, fatto di ricchi incontri e di consigli agguerriti che l’equilibrio del corpo e di queste foto si sono affinate.
Questo progetto per la tolleranza autentica dovrebbe essere vista come un’opportunità di presa di coscienza reale per ognuno e ciascuno di noi… un invito al nostro viaggio interiore.
Lontano da ogni propaganda ecologica o demagogica, questo progetto ha anche come scopo di sottolineare l’importanza di crescere finalmente e di stimolare la coscienza sulla nostra responsabilità individuale nel processo d’evoluzione verso un’ Umanità migliore e più pacifica.”